mercoledì 30 gennaio 2008

malintesi notturni



sembrava la bambina che piangeva.
era la vicina che scopava.

martedì 29 gennaio 2008

pensieri profondi



invisible ink ha deciso di sparire.
fin qui niente di strano, direte voi.

invece no, perché quello che spesso senti dire agli altri, lui lo ha fatto veramente.
un gesto coraggioso, un mollo-tutto-e-me-ne-vado-da-questa-città.
ma non per scappare su una piccola isola deserta, no.
lui si è paracadutato su un'isola grande, quella in cui, se fai parte di un corpo armato, pare ti ci sbattano per punizione.

certo, non ha lasciato molto.
voglio dire niente moglie o ex-moglie, niente figli, niente auto, nemmeno l'abbonamento a sky.
il minimo sindacale: casa in affitto e un lavoro che gli faceva schifo.
però dare le dimissioni dalla propria vita richiede lo stesso tanto coraggio e abbastanza palle.

soprattutto perché lui non è uno di quelli che vuole rifarsi una vita ai caraibi o che sogna di salvare il mondo (dato che, probabilmente, neanche il mondo vuole essere salvato da lui).
è partito solo in cerca di una tranquilla vita di provincia.
dev'essere molto, molto dura.

adesso lavora 12 ore al giorno, un misto part time non retribuito e co.co.co. paradossalmente, pare che abbia svoltato.

perché il sogno di ink, parole sue, è il più semplice: lavoro medio, famiglia media, bimbi da prendere a scuola e portare a ginnastica, il sabato all'ipercoop.
e magari televisore gigante, prato ben rasato ed altre cose che ancora neanche sospetta.
ché quando ci sarà dentro si renderà conto che non è per niente semplice.

forse, a quel punto, anche lui potrà sognare fughe in luoghi esotici, viaggi avventurosi, immersioni tra pesci coloratissimi e serate in spiaggia.

vacci adesso ink, prima che sia troppo tardi!
perché l'eta giusta per fare l'istruttore sub nei villaggi è 40 anni.
fidati di mac.

venerdì 25 gennaio 2008

sans comic sans



mac sta realizzando una schedatura completa di tutti coloro che, a vario titolo, utilizzano il comic sans. così, quando diventerà padronedimondo, potrà commisurare la giusta pena per ognuno di loro.
e saranno cazziamari.
perché, questi soggetti, scegliendo comic sans si sentono originali ed anticonformisti. invece dimostrano mancanza assoluta di senso estetico e di buon gusto.
quindi, nessuna pietà.

mercoledì 23 gennaio 2008

aria pulita



quando mac la mattina si sveglia, lei è già lì che lo aspetta.
l'ora della colazione è l'unico momento che, con i ritmi frenetici delle loro vite, riescono a passare un po' insieme.

lui, tutto stropicciato, la raggiunge in cucina e, in mutande, si prepara un cappuccino. sta a guardarla senza parlare, ché la mattina fatica a ragionare.

lei, invece, fresca come una boccata d'aria pulita, è sveglia già da un pezzo e ha sempre una gran voglia di chiacchierare.
e di parlare di robe complicate tipo politica, economia, sanità.
intanto lo guarda fisso negli occhi e lo sgama tutte le volte che lui, con nonchalance, le guarda le tette.
è un gioco in cui lei fa finta di niente, ma lo sa benissimo che lui continua a guardarle le tette.
altrimenti non si spiegherebbero certe scollature sfoggiate alle 7.30 del mattino.

mac a volte vorrebbe parlare di qualcosa di banale tipo calcio o previsioni del tempo. ma lei non lo ascolta e continua il suo monologo: immigrati clandestini, tasse, ecopass.
però è proprio carina mentre continua a districarsi, come un'equilibrista, tra maggioranza in bilico, riforma elettorale, pensioni.

"scusa simona, il cappuccio ha fatto effetto: mi sto cagando addosso."
mac spegne la tv e se ne va.

martedì 22 gennaio 2008

padroni e padrini



mac ha paura dei cani.
non è figo ammetterlo, ma è così.

li teme soprattutto quando, correndo all'ora di pranzo per parchi pubblici e strade sterrate, ne incontra mille, tutti intenti a cagare e, apparentemente, pronti ad assalirlo, sbranarlo e farne oggetto di un trafiletto in cronaca.

il motivo principale di questa fobia, come spesso accade, è individuabile in un trauma infantile:
un enorme dobermann lo ha attaccato mentre, spensierato come tutti i bambini, girava in bici in piazzetta sotto casa.

il predatore ha percorso velocissimo i 100 metri che lo separavano dalla cross70 di mac, che, paralizzato su degli ipotetici binari, lo vedeva avvicinarsi come un intercity.
poi, un urlo impressionante del padrone poco distante:
"HAINZ, ZWAI, ALEEEEEETZ KABU'!"
il cane si blocca in uno spazio di frenata da ABS e, in un attimo, diventa di marmo.
"SITZ!"
e si siede, immobile. ad un centimetro da mac.
puzza di cacca, ma non era quella del cane.

quest'estate, correndo nei surroundings di capomulini, in viuzze perse tra aranceti e cessi rotti abbandonati in discariche più improvvisate che abusive, si è imbattuto in un feroce cane randagio che, con testardaggine acitana, lo ha inseguito per un lungo tratto, cercando di aggredirlo.

durante la fuga mac era veramente spaventato.
correva veloce pensando "adesso mi molla adesso mi molla", ma quello non mollava.
breve analisi della situazione e decisione immediata, rispondere con la più efficace strategia di difesa: l'attacco.

rapido dietro front e corsa verso il bastardo inseguitore (nel senso di cane) che, prima rallenta, poi, confuso, inizia ad indietreggiare.
non deve mai avere visto un uomo in pantaloncini e ipod, visibilmente alterato, inseguirlo urlando a squarciagola cose tipo:
"figghisucaminchi! chi spacchiu voi, bastaddu! tonnatinni a casa ca ti rumpu u culu! pezzimmedda!"
il cane scappa, battuto sul suo stesso terreno, ora ha capito chi è che comanda.

nei giorni successivi, quando mac ripasserà dallo stesso punto, non avrà più nulla da temere.
il cane, seduto sul suo muretto a secco, abbasserà lo sguardo accondiscendente e lo lascerà passare.
mac, addirittura, giura un giorno di averlo sentito dire "baciamo le mani a voscenza".

chissà se sarebbe successo anche da altre parti, ma in sicilia è così che funziona.

venerdì 18 gennaio 2008

quadrilateri equivalenti



oggi mac è stato a fare una specie di colloquio.

non una cosa ingessata, come quando vai a giocarti le tue chanche per raddoppiare lo stipendio.
ma una di quelle riunioni in cui bisogna presentarsi e parlare un po' di sè e del proprio lavoro.
posta in gioco bassa, rischi zero, ma tanta voglia di fare una buona figura.
insomma, viene fuori che l'appuntamento è in uno di questi posti semi-chic-semi-freak in pieno centro a milano, zona paradiso dei froci (quadrilatero della moda, ndr).
piazza la smart tra due cayenne ed entra nell'atelier-barra-studio.

subito, tra i resti di un vernissage della sera precedente, scorge una foto di un palazzo di quei quartieri antichi ma non recuperati, di fatto abbandonati ma ancora brulicanti di umanità, che in qualche modo gli suona subito familiare.
nell'immagine non si vede nient'altro che un palazzo conciato male, diciamo d'epoca, con le ringhiere di ferro arrugginito, nient'altro.

intorno, dei ritratti: un viado, un'anziana troia old school, un transessuale, due prostitute nigeriane che si abbracciano in interni fatiscenti.
un altarino con madonnina.

un flash, via delle finanze!

minchia, una mostra sullo storico quartiere della prostituzione catanese.
ma cosa cazzo ci fa via delle finanze praticamente in via montenapoleone?
curioso mac, non trovi?

un luogo mitico, via delle finanze.
non una semplice zona da puttan tour ma un universo parallelo, anche difficile da spiegare.

è il luogo dei bordelli primo novecento dove i nostri nonni vivevano il passaggio dall'età della carusanza a quella adulta (anche adultera, in seguito).
una amsterdam dove le puttane non stanno in vetrina ma sedute sul pisòlo in attesa dei clienti.
via delle finanze non è solo una via, ma un dedalo di vanedde strettissime e praticabili di fatto solo a piedi.
un mondo a parte, un quadrilatero che, nel corso degli anni, è rimasto incastonato tra la modernità degli uffici e delle banche di corso sicilia e la movida notturna dei giovani che animano piazza teatro massimo e le vie del centro storico.

in quei luoghi, divenuti via via sempre più squallidi e decadenti, da ragazzi, si andava "per guardare".
per scopare bisognava trovare il coraggio di entrare all'interno di quei tuguri, superare controlli di gente poco raccomandabile, e avere il fegato di trombare con dei cessi inimmaginabili. infine, è ipotizzabile ci volessero pure dei soldi.

ma, un passaggio in quelle vie, era la naturale chiusura di una serata di sano cazzeggio giovanile.
si andava per guardare, e per raccontarlo l'indomani a scuola.
si andava ad ammirare il degrado umano in tutte le sue forme, nascosto dietro quelle finestre.
si vedevano squallide storie diventare leggende e si capivano molte cose della città, della sua doppia morale e delle sue mille facce, degli intrecci sommersi e degli infiniti commerci.

tutto questo a catania era racchiuso in una sola frase: "via delle finanze", un marchio di fabbrica universalmente riconosciuto.

più o meno come "via montenapoleone".

martedì 15 gennaio 2008

there's something in the air...



la più bella pubblicità. di tutti i tempi.
e, anche oggi, steve è pronto a cambiare il mondo.

sabato 12 gennaio 2008

terzo tempo



ore 21.25
la figlia più piccola dorme già da un po'.
l'altra si è addormentata soltanto adesso.

questo nonostante il tour-de-force cui l'ha scientificamente sottoposta oggi il suo papà. il piano di mac prevedeva: niente nanna pomeridiana, 1 ora in piscina (tuffi e giochi in acqua), gonfiabili e poi spesa del sabato pomeriggio insieme (soprattutto quest'ultima sfiancherebbe anche un mulo). obiettivo: imbustarla sotto le coperte entro le 20.25, in tempo per il calcio di inizio di catania-juventus.

il piano è fallito miseramente ma, in ogni caso, dopo la tradizionale pisciata tra il primo ed il secondo tempo, mac torna davanti al televisore finalmente libero e con il sorriso ebete di chi si sente già soddisfatto.

le 3 donne con cui divide la propria vita sono fuori dalle balle e gionatha spinesi gli sta regalando una rete di vantaggio contro la juventus. dopo una vita di sofferenze passata a seguire la propria squadra in serie minori adesso non c'è niente che possa temere: comunque vada sarà un successo.

invece accade l'imponderabile.
nel momento stesso in cui poggia il culo sul divano, scompare l'immagine tv.

nero.

anzi, tutto blu con una cazzo di scritta: "niente segnale dalla parabola".
in un primo momento mac minimizza, ride, tra sé e sé pensa: "sarà un segno divino... qualcuno lassù vuole lasciarmi felice per l'1-0 e non vuole farmi assistere alla probabile debacle del secondo tempo... ah-ah-ah".

ma non c'è un cazzo da scherzare, perché il tempo passa e lo schermo resta blu.

come tutti i drogati, mac sente arrivare la crisi d'astinenza.
prima tira della madonne in siculo strettissimo, poi cerca di agire, di reagire.
ma la crisi è troppo forte, gli annebbia il cervello.

spegne-e-riaccende il decoder.
tira fuori la smart card, la rimette dentro, stessa cosa fa con il cavo dell'antenna.
ma fuori piove fortissimo, la parabola è oscurata.

"devo fare qualcosa, devo fare qualcosa".

internet.
"rosso alice... diretta calcio..."
questo servizio non è compatibile con la piattaforma mac.
"AIUTO STO MALE!"

"un pc... avevamo in casa un fottuto pc"
lo trova abbandonato dentro una 24 ore della moglie, che lo vede stare male ma non riesce a convincerlo a smettere.

suono di avvio di windows.
ricerca aggiornamenti microsoft, volete ricercare gli aggiornamenti adesso?
"NO!"
"il database dell'antivirus è più vecchio di 15 giorni: volete aggiornare adesso?
"NO! minchia, NO!"
è stata rilevata una rete wireless, volete connettervi alla rete wireless rilevata?
"secondo te?"
firefox non è il browser predefinito, volete renderlo predefinito?
"EH?"
è stato rilevato nuovo hardware, installazione nuovo hardware in corso
"ANNULLA, bastardo! cazzo ti installi?"

"dai! www.rossoalice..."
"dov'è il calcio? eccolo, SI!"
acquistare la partita catania-juventus 1-0?
"SI!"
"dai, su, fammi vedere..."
messaggio di errore, server sovraccarico.
seguono tentativi su tentativi, tutti andati a vuoto.

il catania è ancora in vantaggio ma lui non può seguire l'evento, quando si concentra su questo particolare mac perde lucidità, barcolla.
allora: telecronaca per juventini poveri in sottofondo (quella di telelombardia, senza immagini) e giro tra siti pirata.
nei bassifondi di internet mac trova un link ad un sito russo. si apre una minuscola finestra nella quale non si vede quasi nulla: è la telecronaca della partita su un canale polacco: è come il metadone, ma va bene lo stesso.

il peggio è passato.
"dai ragazzi, resistiamo questi ultimi 5 minuti!"
passa anche il temporale.
prima a scatti, poi fluida, torna anche la visione su sky sport 16:9.

è il 90': rigore per la juve, la conferma che la vecchia signora resta sempre una gran troia.

ma che gioia potere tornare a soffrire, vero mac? e non sarà che porti anche un po' sfiga?
alla fine è 1-1: risultato fantascientifico a pensarci ma che, dopo una partita del genere, sa di beffa.

mac può vedere in diretta anche la sceneggiata finale.
i giocatori litigano ancora sul rigore concesso, in sottofondo fischi e urla: "ladri! ladri!".
una nuova norma li obbliga ad abbracciarsi a centrocampo.
questo è il terzo tempo.

ma non è il rugby, baby.

venerdì 11 gennaio 2008

pillola blu o pillola rossa?



l'oblio per Nietzsche é necessario alla vita: per poter vivere nel presente,
bisogna poter dimenticare il passato, che altrimenti ci sovrasterebbe e paralizzerebbe.

in pratica si tratta di poter "scegliere cosa ricordare", di selezionare la memoria, in modo da dimenticare quanto ci impedisce di vivere al meglio il presente.

mac ha intercettato queste frasi in un filmetto
da 4 soldi, beccato in tv solo a causa di una fugace apparizione delle tette della incontrada.
e gli è sembrato un bel concetto, almeno per lui che, a scuola, invece di studiare filosofia ha fatto aggiustaggio (facendosi pure rimandare a settembre).

giovedì 10 gennaio 2008

storie di cornetti



la colazione preferita di mac è la brioche salata con prosciutto e formaggio.
in un mondo in cui tutto ormai è totalmente omologato non è per niente facile trovarla, perché bisogna sgomitare tra rodrighi, farcito nutella, integrale al miele o lamponi, classico marmellata o crema.
per questo, certi giorni mac si impone una deviazione mattutina per raggiungere il bar dove ne preparano uno eccezionale.

ma, tutte le volte - minchia TUTTE LE VOLTE - la stessa storia:
- faccia stupita della troia alla cassa
- salto del banconista nel retrobottega per discutere la fattibilità dell'operazione
- consulto con il titolare per decidere il prezzo (3 euro, by the way)
- ritorno del garzone che, con fare visibilmente scocciato, consegna la brioche farcita come da curiosa richiesta

e come godono quando possono dire: "ci dispiace, abbiamo finito i cornetti".
sti cornuti.

mercoledì 9 gennaio 2008

mela canto



ci sono dei versi, di alcune canzoni, che mac non riesce a non cantare ogni singola volta che le riascolta.

"Well I got this guitar
And I learned how to make it talk"
durante Thunder Road di Bruce Springsteen (spesso riproducendo, subito dopo, anche "il verso" della chitarra che bruce, appunto, fa parlare)

"Nitido scorcio degli anni sessanta
di una raggiante Catania"

In bianco e nero di Carmen Consoli, che ve lo dico a fare?
e nel live al teatro greco di taormina si sente anche il boato del pubblico subito dopo...

l'urlo "Leonard Bernstein!" sullo stacco di batteria (terza strofa)
di It's the End of the World As We Know it (and I Feel Fine) dei R.E.M.

"My margarita chum, that's what you are"
e il dabadabà-dabadabà-dabadabadaba
sul finale di Margarita Chum di Anouk, new entry di questa particolare classifica (grazie Ink)

martedì 8 gennaio 2008

italian graffiti



dove sono finiti tutti i cazzi disegnati sui muri negli anni 80?

lunedì 7 gennaio 2008

no surrender



capomulini (CT), agosto 2007.
42 gradi all'ombra, unico testimone un vespone con il cavalletto semi affondato nell'asfalto liquefatto dal calore, mac promette a lorè di correre insieme una maratona in primavera.
lorè è un suo ex-compagno di banco delle medie (grande amico poi perso di vista per un tot di anni e poi incredibilmente rincontrato nel settore ospiti del bentegodi durante un Verona-Catania 2-0), nel frattempo diventato preparatore atletico e sportivo professionista.
mac è un ex-sedentario con colesterolo da hit-parade che adesso ha un serio programma di allenamenti da rispettare.

milano, gennaio 2008.
2 gradi, nebbia fittissima, neve a bordo strada.
uno di quei giorni in cui mac prima di uscire per l'allenamento si ritrova a pensare: chi cazzo me lo fa fare?
però il bello di avere un obiettivo è quello di sforzarsi per raggiungerlo.
così si veste come un deficiente ed esce per un lungo di 18km, attraverso luoghi che ormai conosce come le proprie tasche.

la cronaca minuto per minuto:
5': circumnavigazione di prestigioso ed esclusivo golf club
10': giro completo del parchetto pubblico nel quale ha corso centinaia di km in tutte le stagioni e con tutte le condizioni meteo (sole, sole fortissimo, umidità thai, monsone indiano, pioggia, pioggerella: oggi nebbia fitta e nevischio.)
15': costeggio di una roggia dove è possibile ammirare degli enormi toponi, nome scientifico nutrie: hanno le sembianze di don ciak castoro ma molto più incazzati.
25': passaggio in posteggio deserto del cimitero con coppia clandestina che scopa in macchina
40': giro in quartiere medio-signorile con parchetto per bimbi semi abbandonato: da segnalare una piccola sicilia disegnata in terra con scritto accanto "sicilia!" e un'enorme scritta "carraro infame" che lo fanno sentire a casa.
50': costeggio di complesso a forma di gigantesca U adibito ad hotel/residence (di 9+ piani) che proietta la sua ombra oscurante su un intero quartiere (vabbé oggi con 'sta nebbia c'è poco da oscurare....)
60': attraversamento di villaggio di case popolari da immigrazione sud>nord anni 60 in cui mac può dissetarsi presso una struttura unica in italia: un chiosco automatizzato che distribuisce gratuitamente acqua liscia o gasata, sia temperatura ambiente che refrigerata (vabbé oggi solo refrigerata...)
75': oltrepasso della statale su cavalcavia pieno di lenzuola "ale e sara", "tony e giusy" con relative date di matrimonio
80': rapido passaggio in zona poco raccomandabile (ma che da sola vale il prezzo del biglietto): un intero quartiere di palazzine di ex-uffici/depositi abbastanza recenti ma chissà perché abbandonati e distrutti dai vandali, accanto ad altri palazzoni anch'essi in parte semi abbandonati ma in alcuni casi ancora operativi (visti impiegati rientrare dalla pausa pranzo), vicino a condomini sgarrupati abitati da centinaia di famiglie che convivono quotidianamente con questo squallore da città fantasma
85': infine, circumnavigazione di un immenso centro distribuzione coop: capannoni infiniti ed enorme posteggio con tir perennemente in attesa di scaricare. nelle vicinanze una mignotta che aspetta in macchina e un furgone dei panini, consegnano a mac due certezze:
1) è vero: dove ci sono camionisti c'è sempre da mangiare e da scopare
2) oggi fa veramente freddo: mai viste puttane attendere i clienti in auto!

total time 1h45: ti voglio bene, pieve emanuele.

venerdì 4 gennaio 2008

5 gennaio 1984



giuseppe fava è stato ucciso dalla mafia la sera del 5 gennaio 1984.
a pochi passi dallo stadio cibali, proprio davanti al teatro verga.

pippo fava era uno che urlava forte cose che a catania si potevano dire solo sottovoce, parlava di mafia e scriveva degli intrecci tra cosa nostra, politica e imprenditoria locale.

di catania ha scritto:
"io amo questa città con un rapporto sentimentale preciso: quello che può avere un uomo che si è innamorato perdutamente di una puttana, e non può farci niente, è volgare, sporca, traditrice, si concede per denaro a chicchessia, è oscena, menzognera, volgare, prepotente, e però è anche ridente, allegra, violenta, conosce tutti i trucchi e i vizi dell'amore e glieli fa assaporare, poi scappa subito via con un altro; egli dovrebbe prenderla mille volte a calci in faccia, sputarle addosso "al diavolo, zoccola!", ma il solo pensiero di abbandonarla gli riempie l'animo di oscurità"

nient'altro potrebbe esprimere meglio il legame di mac con la sua città.

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PS: questo post vuole essere anche un doveroso omaggio a moz ed al suo blog sul quale, ogni anno, si ricorda giuseppe fava

bi-atleta



ieri mac ha scoperto che le mizuno wave rider 10 restano delle ottime scarpe, ma di sicuro non sono state pensate per correre sulla neve.
sotto il tallone c'è una cavità nella quale si incastrano perfettamente ghiaccio, fango, sassolini e tutto quello che è possibile tirare su dallo sterrato lungo l'adda sul quale ama allenarsi quando è vicino casa. così il risultato è stato quello di correre 5 km con tacco 12. ottimo allenamento per un trans, ma non per lui.

allora è dovuto ritornare sulla ciclabile asfaltata a bordo strada e spararsi altri 5K sorbendosi le facce stupite degli automobilisti che lo vedevano correre sotto una copiosa nevicata.
correre sotto la neve è bellissimo (a parte quando hai le mizuno wave rider 10, s'intende) ma questo la maggior parte della gente non lo sa: quindi tutti ti guardano come si potrebbe guardare un marziano salire in metropolitana.

insomma, mac pensava "mi prendono per un eroe", mentre quelli lo prendevano per coglione.
e avevano anche ragione: ma come si fa ad uscire a correre durante una nevicata quando due giorni prima correvi in maniche corte, sotto il sole, sul molo del porto di catania?
per non dire che a meno di 48 ore dal tuo rientro in padania avevi già finito la scorta di paste di mandorla al pistacchio comprate in aeroporto mentre sbafavi un cannolo alla ricotta.

che schifo mac, oggi vattene in piscina.

mercoledì 2 gennaio 2008

le gioie del corpo




di tutti i piaceri che il corpo può darci uno è sicuramente superiore agli altri.
cagare in ufficio.

abbandonare lo stress della routine quotidiana per raccogliersi nell'initimità di un atto non previsto in agenda, così sacro e personale.
il rischio, in questi casi, è quello di estraniarsi troppo dal mondo esterno.

una volta mac ha cagato dopo la pausa pranzo, poco prima di una riunione di cui si era assolutamente dimenticato.
appena uscito dal cesso, ha incrociato lo sguardo della persona che avrebbe dovuto incontrare (un fornitore) che lo aspettava da circa un quarto d'ora sul divanetto.

sperava di non essere scoperto ma sapeva che la lunghezza dell'attesa, il rumore dello sciacquone in sottofondo e, soprattutto, la "gazzetta dello sport" sotto braccio erano indizi inequivocabili.
ma per il malcapitato la prova definitiva è stata la stretta di mano di benvenuto, ancora umida di bidet.