mercoledì 9 luglio 2008

jingle belli



mac mutizza l'autoradio quando il vocione inizia a parlare di forniture energetiche legate a fonti rinnovabili ed ecosostenibili. poi piazza una telefonata ad invisible ink, pregustando un lungo aggiornamento di cazzi reciproci gentilmente offerto dalla retention vodafone.
quello invece, come al solito in fuga, lo ciampa con la scusa che è in moto.
il volume torna a palla giusto in tempo per sentire whislist dei pearl jam, versione live. finisce eddie wedder, riparte il vocione.
roba da non crederci, adesso sta parlando delle ricola. delle caramelle ricola.
questa dovrebbe essere una specie di emittente comunista, di quelle che non fanno pubblicità (ed è già curioso pensare che si fosse sintonizzato solo per quello).
invece c'è sto tipo che, dopo il pippone sulle fonti di energia rinnovabili, si mette a raccontare tutti i particolari della raccolta delle foglie di salcazzo con cui si producono le ricola.
e allora, sarebbe questa la comunicazione new-age? ma non era meglio un bombardamento tipo gran soleil il nettare degli dei?

quand'è che anche in pubblicità torneranno gli anni 80?
come si fa a non rimpiangere roba tipo i cinque cereali di kinder colazione più, tu-tu-tu-tubiamo, l'aranciata della prima volta e tutto quel mondo dal cuore di panna?
senza scomodare always coca-cola, il jingle più bello della storia.

domenica 6 luglio 2008

pagherete caro, pagherete tutto



di corsa verso fontanarossa, mac non vuole perdere l'occasione di immortalare il key visual della campagna della più importante catena locale della GD/DO.

una donna, terrorizzata, sta per essere travolta da un tir che, metaforicamente, rappresenta il caro vita (e, per chi non capisse la metafora, ecco la scritta "caro vita" sul camion).
una mano gigante (con sopra il logo dell'operazione commerciale) lo stoppa, costringendolo ad inchiodare: la massaia è salva.

l'iperbole è chiara ed efficace, ma guardate che cura nei dettagli: la signoruzza attraversa disciplinatamente sulle strisce (il fottuto guidatore del caro vita è un vero killer), le "buste della spesa" sono correttamente lasciate anonime (fossero state despar, non si sarebbe spiegato il rischio di essere travolti dai prezzi), a bordo strada un albero e un cartellone ricordano il logo aziendale e riempiono quelli gli spazi che uomini del marketing hanno giudicato "troppo bianchi".
l'atmosfera surreale è rafforzata dall'iconografia tipica delle clip art di power point (geniale, ci si potrebbe realizzare l'identity dei prossimi mtv music awards).

la sfrenata creatività della parte grafica è giustamente controbilanciata dalla razionalità dell'headline:
despar ("scritto" con il logo) ti dà una mano a bloccare il caro vita (per rafforzare gli insight del consumatore e "spiegare" il visual, altrimenti troppo criptico)
la qualità despar a prezzi bloccati per tutto il 2008 (quando si parla di prezzi bassi "qualità" va sottolineato sempre, avete preso nota?)

sotto il doppio 6x3, da segnalare la mega insegna di zu maru.
dai f.lli de luca il pesce è freschissimo ma col cazzo che risparmi, al momento di pagare ti travolgono con tutto il motopeschereccio.

PS
certo: "take away cooked fish" (di zu maru) meriterebbe, da solo, una riflessione.

giovedì 3 luglio 2008

badabum din din



giovane rapper cerca lussuoso attico zona pagano/fiera.
al momento vive ancora sotto sfratto in casa di ringhiera alla barona.
ma, con questo disco, dovrebbe avere svoltato.